L'opera di Alberto Bragaglia, pittore e filosofo, non è molto conosciuta al grande pubblico, poiché fece pochissime mostre e anche molti scritti attendono ancora di essere censiti e studiati. Scrisse di estetica, di filosofia dell'arte, di poetica, di movimenti artistici.
Seguì meticolasmente gli avvenimenti culturali europei, citandone i protagonisti nelle sue riflessioni, nei suoi bozzetti, nei suoi disegni, nelle sue tele.
La sua opera, contributo essenziale al Futurismo Europeo, lo qualifica e lo impone come protagonista notevole dell’avanguardia del primo Novecento italiano.
Alberto Bragaglia nasce a Frosinone il 26 gennaio 1896 e la a sua produzione incomincia verso il 1915 e prosegue fino al 1985. Prese due lauree, in Giurisprudenza e in Lettere e Filosofia, si sposò nel 1927 con Ines Desideri, chiamata Nessy, e per molti anni, dipinse, insegnò, scrisse articoli e proseguì la sua ricerca di estetica.
Ebbe due figli, Francesco Maria e Leonardo; quest'ultimo si accorse della genialità del padre e, grazie a lui, molti articoli sono stati pubblicati e le mostre hanno riscosso attenzione di critica.
Nel 1985, a ottantanove anni, Alberto Bragaglia muore, lasciando tutto a Leonardo, che continua a promuovere il patrimonio lasciato dal padre.
Il pictor philosophus Bragaglia ha partecipato al movimento futurista accanto a Boccioni e Balla (nel 1910, suo primo anno del liceo classico, Bragaglia frequenta lo studio dei pittori Bocchi e Boccioni, ritrovandosi nel mezzo del movimento Futurista), proseguendo poi la sua ricerca lontanissimo da tutti gli schematismi novecenteschi.
Mente geniale, vasta cultura, fantasia estetica speculativa di indirizzo rivoluzionario, ma carattere indipendente; autore della Panplastica e della Policromia Spaziale Astratta, elaborò con la pittura queste teorie scandendo un ritmo differente dalla “eterna velocità onnipresente” e dalla “violenza travolgente e incendiaria” del Futurismo di Marinetti.