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Giorgio Lo Cascio (Gloc)

Gloc (Giorgio Lo Cascio) nasce a Inverigo (Como) il 22 maggio 1943 da madre pittrice e padre industriale tessile.

Si laurea in architettura al Politecnico di Milano nel 1970. Fare l’architetto è una passione che dur tutt’ora e che gli ha permesso di girare il mondo, di progettare, disegnare, fotografare e dipingere… ogni tanto.

Negli anni ’60 e ’70 fa esperienze di pittura di vario tipo: olio su tela, acrilico su tela e tavola, inchiostri su tela lucida. Espone, a latere, in alcune personali della madre a Milano, ma il lavoro di architetto con un proprio studio lo impegna in Italia e all’estero a tempo pieno, e la pittura resta un sogno nel cassetto.

Nel 1983 inizia il processo di informatizzazione dello studio, e i nuovi sistemi CAD di gestione della progettazione si evolvono negli anni in un crescendo esponenziale.

Per lui la prima idea progettuale nasce sempre da uno schizzo o da un disegno, sviluppandosi successivamente con la capacità di esprimersi, attraverso le nuove tecnologie, con immagini di rendering ed elaborazioni fotografiche.

La fotografia è sempre stata una grande passione, e l’abbandono della pellicola, del lavoro in camera oscura e di tutta l’attrezzatura accumulata negli anni a favore della fotografia digitale non è stato un passo semplice. Una volta entrato nel mondo fotografico digitale, però, una volta acquisite le conoscenze e le capacità operative dei mezzi a disposizione, si rende conto della infinita creatività resa possibile dalla nuova tecnologia.

Nel 2008 ha inizio la sua ultima esperienza creativa, che utilizza come elemento base proprio la fotografia.

La foto rappresenta l’immagine del reale.

La foto digitale riproduce questa realtà attraverso l’aggregazione di particelle, i “pixel”.

Si potrebbe quindi dire che la foto digitale è un’immagine che segue i concetti del divisionismo, un nuovo “divisionismo digitale”.

I singoli punti di colore sono connessi tra loro in modo tale da tradursi nell’immagine fotografata; intervenire sull’aggregazione, sul colore, sulla trasparenza e su ogni altra caratteristica di questi punti significa alterare la realtà e dare spazio a una nuova e illimitata possibilità espressiva.

Il processo di elaborazione digitale dà luogo alla rappresentazione di una realtà virtuale nella quale l’immaginario e il reale giocano le loro parti con l’intento di creare nuove atmosfere e suggestioni in un linguaggio che si esprime attraverso una diversa percezione dell’azione creativa.

La Galleria Alquindici nasce nel dicembre 2008 da un’idea di Silvia Romagnoli. Anzi, da un sogno e da una passione: avvicinare l’arte alle persone. 

Non solo luogo espositivo di opere d’arte contemporanea, La Galleria Alquindici vuole essere un punto d’incontro, scambio di idee, condivisione di progetti: una vera e propria agorà creativa.
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